Incendi in Canada: la nube di inquinanti raggiunge l’Italia e Monte Cimone (giugno 2025)

Foschia Cimone

Nel maggio e giugno 2025, vasti incendi boschivi in Canada hanno costretto migliaia di persone all’evacuazione. Le conseguenze di questi eventi non si sono però fermate ai confini nordamericani: una vasta nube di inquinanti atmosferici ha attraversato l’Atlantico, raggiungendo anche l’Europa, come confermato dal Servizio di monitoraggio dell’atmosfera (CAMS) del programma europeo Copernicus.

Uno dei segnali più evidenti di questo fenomeno è stato registrato la mattina dell’8 giugno 2025 presso l’Osservatorio climatico del CNR-ISAC di Monte Cimone. Qui, si è osservato un brusco incremento di diversi inquinanti atmosferici legati alla combustione di biomassa – in particolare particolato atmosferico, monossido di carbonio (CO) e ozono (O₃). I modelli di trasporto atmosferico, insieme all’osservazione diretta di una fitta foschia, hanno confermato l’origine canadese di queste masse d’aria in quota.

Traiettorie

Traiettorie delle masse d’aria giunte a Monte Cimone nel periodo 8 - 11 giugno 2025, calcolate attraverso il modello LAGRANTO (Sprenger and Wernli, 2015) utilizzando dati ECMWF. 

 

Foschia al Cimone

Una fotografia scattata il 10 giugno alle ore 8:00 dalla cima del Monte Cimone verso la Pianura Padana mostra l’evidente presenza di foschia ascrivibile alla presenza della nube di fumo dal Canada.

Le concentrazioni di particolato fine, in particolare di black carbon (BC), sono risultate particolarmente elevate. Il BC, prodotto dalla combustione incompleta della biomassa, è noto per la sua capacità di assorbire la radiazione solare, contribuendo così al riscaldamento atmosferico come forzante radiativa positiva. I valori osservati (>1 µg/m³) hanno superato di molto i livelli abituali rilevati a questa quota.

BC

Valori in massa del black carbon osservati a Monte Cimone nel periodo 1-10 giugno 2025. In arancione il contributo ascrivibile a combustioni di biomassa.

 

L’analisi spettrale dell’assorbimento del BC ha permesso di distinguere le diverse fonti emissive, separando i contributi derivanti da combustibili liquidi (come quelli fossili, tipici del traffico urbano) da quelli associati a combustibili solidi (come il legno, caratteristico della combustione di biomassa). I dati rilevati l’8 giugno 2025 evidenziano un netto incremento delle concentrazioni di BC, con valori più che raddoppiati rispetto alla media dei giorni precedenti. Questo aumento è stato attribuito principalmente alla combustione di biomassa, rafforzando il legame diretto con i vasti incendi attivi in Canada. Anche nei giorni successivi, il 9 e il 10 giugno, nonostante i modelli di circolazione atmosferica suggeriscono un mescolamento delle masse d’aria canadesi con quelle contenenti emissioni europee, il contributo da biomassa rimane significativo, a conferma della persistenza del trasporto a lungo raggio degli inquinanti originati dagli incendi nordamericani.

Anche le dimensioni delle particelle di aerosol osservate, comprese tra 100 nm e 1 µm, suggeriscono che queste abbiano subito un processo di invecchiamento durante il lungo viaggio transatlantico. L’evoluzione dimensionale osservata, rispetto a particelle “fresche” più piccole, indica che tali aerosol si sono modificati chimicamente e fisicamente durante il trasporto a lunga distanza.

Particelle

Numero di particelle (scala colorata) in funzione del diametro (asse y) nel periodo 6-10 giugno 2025. L’ellisse bianca indica le particelle ascrivibili a prodotti di combustione di biomassa.

L’impatto degli incendi è stato rilevabile anche nella composizione gassosa dell’atmosfera. Il monossido di carbonio ha registrato valori medi di 204 ppb a partire dalle ore 6:00 dell’8 giugno, circa il doppio rispetto ai livelli registrati nei giorni precedenti. Anche l’ozono – che non viene emesso direttamente dagli incendi, ma si forma attraverso reazioni fotochimiche tra i gas emessi – ha mostrato un aumento del 30%, confermando l'influenza dei fumi in arrivo.

monossido e ozono

Valori di CO (asse y a sinistra) ed O3 (asse y a destra) a Monte Cimone nel periodo 1-10 giugno 2025. È evidente il repentino aumento di tali composti a partire dall’8 giugno.

Un ulteriore elemento di prova è giunto dalle osservazioni effettuate tramite il celiometro dell’infrastruttura ALICE-Net. Questo strumento ha monitorato, tra il 6 e l’8 giugno, la presenza di strati atmosferici ricchi di aerosol ad alta quota, ben prima che questi raggiungessero la superficie di Monte Cimone. Il segnale del celiometro ha mostrato l’arrivo progressivo della nube, visibile come strati filamentosi con valori medio-alti compatibili con aerosol da combustione.

celiometro

Valori di “back-scatter” (scala colorata) osservati a Monte Cimone per i giorni 6, 7 ed 8 giugno 2025 tramite il celiometro. L’asse y riporta la quota in atmosfera (in metri a partire dalla vetta di Monte Cimone).

Il 6 giugno, è stato individuato un primo strato tra i 1500 e i 2000 metri sopra la cima (circa 3600–4100 m s.l.m.), con una forte intensità di segnale. Il giorno seguente, si sono rilevati strati di particolato densi ma comunque presenti a quote inferiori. L’8 giugno, il fenomeno ha mostrato una dinamica particolarmente interessante: le osservazioni hanno registrato un abbassamento graduale degli strati di particolato fino al raggiungimento del suolo.

 

Sebbene siano ancora in corso ulteriori analisi per determinare con precisione il contributo di altri processi, tutte le evidenze raccolte – chimiche, ottiche e fisiche – mostrano che il giorno 8 giugno 2025 gli incendi in Canada hanno avuto un impatto diretto e misurabile sulla composizione atmosferica a migliaia di chilometri di distanza, influenzando il contenuto atmosferico di sostanze inquinanti e climalteranti.