Uno studio appena pubblicato sulla rivista Atmospheric Measurement Techniques descrive la rete consortile italiana di sistemi automatici lidar-ceilometer (ALICENET), sia nella sua componente infrastrutturale che nella sua capacità di ricavarne prodotti originali a valore aggiunto per il monitoraggio del particolato atmosferico, con applicazioni che spaziano dal supporto a valutazioni di qualità dell’aria a studi di impatto di queste particelle su radiazione e clima.
ALICENET (Automated Lidar-Ceilometer Network), avviata e coordinata dal CNR-ISAC nel 2015 e in progressiva espansione, conta oggi oltre venti stazioni distribuite su tutto il territorio nazionale grazie alla collaborazione tra il CNR-ISAC e diverse agenzie per la protezione dell’ambiente, università, istituti di ricerca e compagnie private.
ALICENET permette di monitorare ad alta risoluzione e in tempo quasi reale il carico di particolato in condizioni atmosferiche anche molto diverse lungo la penisola, dagli ambienti urbani di alcune grandi città, alle coste e ad aree montane e vulcaniche.
Essa consente per esempio di individuare e seguire eventi di trasporto transregionale o transfrontaliero di particolato da inquinamento o di origine naturale (sabbie desertiche, ceneri da incendi o da emissioni vulcaniche).
La rete contribuisce a diverse iniziative a scala europea, tra le quali il programma E-PROFILE dell’EUMETNET, il progetto EC-H2020 RIURBANS e il CAMS-NCP dell’ECMWF.
Lo studio pubblicato su AMT, frutto di una stretta collaborazione tra CNR-ISAC, Arpa Valle d’Aosta e Università "La Sapienza", e più in generale le attività di ALICENET evidenziano quanto sia importante la sinergia tra istituzioni di ricerca e agenzie ambientali per sviluppare metodologie innovative a supporto del monitoraggio atmosferico e della ricerca di settore.