NBFC – National Biodiversity Future Center

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NBFC
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Il National Biodiversity Future Center (NBFC) è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera che coinvolge istituzioni e imprese in tutta Italia. Oltre 1.500 ricercatori e 48 enti partner impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese.

Con NBFC parte dall’Italia un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità, che svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo.

La varietà biologica in tutte le sue forme, dai microbi alle piante e agli animali, fino alla specie umana con le sue diversità culturali, è nel Mediterraneo – e in particolare in Italia – un patrimonio ancor più prezioso, visto che nel nostro Paese è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa, con 60.000 specie animali, 10.000 piante vascolari e oltre 130 ecosistemi. Per studiare e tutelare questa ricchezza – la cui protezione ora è sancita anche dall’articolo 9 della Costituzione italiana, modificato nel febbraio 2022 proprio per includere il riferimento al concetto di biodiversità, unitamente alla nuova formulazione dell’articolo 41 circa la tutela della salute e dell’ambiente – nasce NBFC, il primo Centro nazionale di ricerca dedicato alla biodiversità, coordinato dal CNR.

NBFC è composto da una rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati e sociali, attraverso le quali il Consorzio ha la possibilità di intraprendere azioni concrete, efficaci e immediate, per arrestare la perdita di biodiversità, contribuendo a perseguire l’obiettivo di proteggere il 30% del territorio italiano entro il 2030, come chiede l’Unione Europea, e promuovendo, nella scienza e nella politica, i processi di conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità. Saranno create reti di collegamento tra la comunità scientifica, le amministrazioni nazionali e locali, il mondo imprenditoriale e i territori. Saranno sviluppate nuove tecnologie per migliorare la ricerca, creando nuove opportunità di lavoro e formando, come prevede il PNRR, una nuova classe di ricercatori, cioè gli scienziati di domani.

 

Il CNR-ISAC è coinvolto particolarmente nello Spoke 4 “Ecosystem functions, services and solutions” e nello Spoke 6 “Biodiversity and human wellbeing”.

Nello Spoke 4, sono stati individuati e caratterizzati dai partner coinvolti 12 Broad Site (siti ad area vasta) degli ecosistemi terrestri; è stato lanciato l'Hub italiano delle Nature-Based Solution è stata definita l'architettura della ‘Piattaforma Ecosistemi e Funzioni della Biodiversità’ e il gruppo di lavoro 'Incendi e biodiversità' è stato lanciato e reso operativo. Quest’ultimo, coordinato da Mara Baudena del CNR-ISAC e Paolo Fiorucci del CIMA Foundation, ha l’obiettivo di predire il futuro degli ecosistemi percorsi da incendi e degli incendi stessi dato il cambiamento climatico in corso e atteso. Questo viene perseguito costruendo nuovi modelli basati su misure integrate della dinamica delle piante e del suolo pre- e post-incendi, su dati da satellite, ma anche da paleodati. Nello Spoke 4 sono stati prodotti 74 articoli scientifici 29 presentazioni e prodotti divulgativi.

Nello Spoke 6, che si occupa di valorizzazione della biodiversità urbana, è in corso la ricerca e identificazione di microrganismi ed enzimi microbici coinvolti nei trattamenti di rifiuti e inquinanti così come di nuove molecole bioattive. Il CNR-ISAC partecipa con un gruppo di lavoro (guidato da Stefano Decesari e Francesca Costabile) che partecipa al tavolo dedicato allo studio degli effetti del verde urbano su salute e benessere dei cittadini, in particolare attraverso gli effetti di mitigazione dell’inquinamento atmosferico e degli altri parametri che concorrono a determinare l’esposoma degli individui. Ad oggi è iniziato il primo studio di coorte per l’analisi degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute e in cui si farà uso anche dei modelli CNR-ISAC di qualità dell'aria. È in corso l’analisi per identificare i biomarcatori correlati ad alcune malattie non trasmissibili e sono iniziati gli studi su cause ed effetti delle infrastrutture verdi sulla qualità dell’aria che saranno oggetto di studi sperimentali dedicati, nell’area urbana di Roma. Sono state campionate 600 specie e ora sono in corso la caratterizzazione, le analisi e i test per identificare possibili molecole interessanti per scopi applicativi. Infine, è stato fatto il lavoro di identificazione di imprese e iniziative di restauro pubbliche e private come casi studio di nuovi modelli di business per il ripristino della biodiversità. Sono stati pubblicati 14 articoli scientifici e 20 presentazioni e prodotti divulgativi.

 

 

PNRR: Missione 4 – Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” – Investimento 1.4 Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali" di R&S su alcune Key enabling technologies

Importo finanziato al CNR-ISAC: € 1.149.983,27

 

 

Finanziato dall'Unione europea MUR Italia Domani
Funding institution
Finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
contact person ISAC
date inizio fine
2022-09-01 - 2025-08-31
istituz coord
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
Progetto PNRR Finanziato dall'Unione Europea – Next Generation EU