Il Patrimonio Culturale protagonista in COP25

Il Patrimonio Culturale protagonista in COP25

Il cambiamento climatico rischia di avere un forte impatto anche sul patrimonio culturale. Per la prima volta l’argomento è arrivato al tavolo della COP25, a Madrid dal 2 al 13 dicembre, dove esperti provenienti da tutto il mondo stanno discutendo le strategie di mitigazione e adattamento.  Questo comporta non solo perdite legate al patrimonio materiale, ma anche ricadute economiche dirette ed indirette sulla popolazione e i territori.
Il patrimonio culturale italiano vale 986 miliardi di euro tra attività finanziarie e non finanziarie, stando agli ultimi dati pubblicati (2016) del bilancio del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. Gli “oggetti d’arte” (ovvero beni storici, artistici, demo-etno-antropologici, archeologici, paleontologici, librari e archivistici) valgono il 10,4% del PIL (174 miliardi di euro). Siamo ricchi ma non sappiamo valorizzare adeguatamente il nostro patrimonio: stando ai dati Pwc, il ritorno degli asset culturali della Francia e del Regno Unito è tra 4 e 7 volte più grande di quello italiano.
Come è emerso durante la COP25, oggi è il caso di mettere a sistema le competenze che il settore può mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica. Un recente articolo de Il sole 24 Ore cita anche lo studio del 2018 finanziato dalla DG EAC e curato da CNR-ISAC di Bologna, “Safeguarding cultural heritage from natural and man-made disasters”, che realizza una panoramica sulle ricerche e gli strumenti esistenti negli stati europei per la salvaguardia del patrimonio culturale a rischio. Nel contesto l'Italia emerge come vincente, sia per il fatto di avere inserito il patrimonio culturale nella propria Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, sia perché può vantare una struttura governativa (il Dipartimento della Protezione Civile) preposta al coordinamento delle politiche e delle attività in tema di difesa civile, ambientale e culturale.
In quest’occasione, WWF e Museo del Prado hanno unito le forze e selezionato quattro capolavori perché diventino il simbolo degli eventi estremi sul patrimonio culturale.