Dario Camuffo del CNR-ISAC di Padova è stato segnalato da ScholarGPS al primo posto nella graduatoria mondiale per il numero e la qualità di citazioni degli articoli scientifici sui beni culturali durante la carriera. Le ricerche di Camuffo sono finalizzate allo studio dei cambiamenti climatici e alla conservazione del patrimonio culturale: due fattori etici e sociali critici per il presente e il futuro, specie in Italia.
ScholarGPS® costruisce i profili di oltre 30 milioni di studiosi del mondo accademico, industriale e governativo provenienti da più di 55.000 istituzioni in oltre 200 paesi, basandosi sulla qualità e quantità di citazioni che ricevono gli articoli prodotti su riviste scientifiche internazionali. La statistica considera oltre 20 milioni di pubblicazioni considerate su tutti i paesi del mondo. Le attività scientifiche vengono considerate suddividendole tra classi di campi applicativi specifici.Per ogni disciplina vengono fatte due valutazioni: su tutta la carriera e sugli ultimi 5 anni. L’ultimo anno elaborato è il 2022.
Dario Camuffo, già dirigente di ricerca, è entrato in quiescenza nel 2008, e continua come associato senior. È attivo nella normativa UNI e in quella europea sui Beni Culturali, in campo didattico, e nell’editorial board di riviste scientifiche. Si occupa di cambiamenti climatici, microclima e conservazione dei beni culturali. Ha coordinato vari progetti di ricerca internazionali ed è stato inviato dall’UNESCO per la salvaguardia di monumenti a rischio. È stato chiamato a studiare i problemi per la conservazione di Giotto a Padova, il Cenacolo a Milano, la Cappella Sistina in Vaticano, gli Uffizi, il Louvre e l’Orangerie a Parigi, il Sainsbury Centre for Visual Arts a Norwich, UK, i Musei di Vienna e Anversa, la Torre di Pisa, l’Ara Pacis e le Colonne Traiana e Aureliana a Roma, la Sfinge e le Piramidi in Egitto, i monumenti Bulgari e molti altri. Particolare oggetto di studio è Venezia e il rischio a seguito della crescita del livello del mare: combinando arte e scienza è riuscito a ricostruirne la crescita dal 1700 analizzando lo spostamento del livello delle alghe da come appaiono nei quadri del Canaletto, e inoltre dal 1350 misurando (con il Nucleo Sub della Polizia di Stato) quanto le scale dei palazzi sul Canal Grande si trovano oggi sommerse (circa 130 cm su 6,5 secoli).