Cambiamento climatico: la situazione è critica

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Da Almanacco della Scienza - CNR

 

di Katia Genovali

 

Il 2024 è stato un anno significativo per gli esperti del clima: le temperature medie annuali hanno infatti raggiunto un valore senza precedenti nella storia recente della Terra, superando il grado e mezzo rispetto al livello preindustriale. Potrebbe sembrare un aumento di poco conto, se non fosse che pochissimi gradi in più di temperatura dell'atmosfera terrestre sono sufficienti a provocare conseguenze molto importanti per la vita sul nostro Pianeta.

“Sappiamo da decenni che il mondo si sta riscaldando e che i cambiamenti climatici recenti sono rapidi, diffusi e senza precedenti rispetto agli ultimi migliaia di anni”, spiega Susanna Corti, ricercatrice del CNR-ISAC. “La temperatura globale media degli ultimi venti anni  è ora di circa 1,1°C superiore rispetto alla fine dell’800. Lo scorso anno è stato inoltre l’anno più caldo mai registrato, con un aumento medio, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, di circa 1,5°C.  Dal 1970, il riscaldamento procede a una velocità che non ha avuto precedenti negli ultimi 2000 anni. Ciò non vuol dire che durante la lunga storia della Terra non ci siano state temperature superiori a quelle odierne: è la crescita che vediamo a essere preoccupante. Le concentrazioni di gas serra, principale causa dell'aumento di temperatura atmosferica, hanno raggiunto livelli mai visti negli ultimi 800.000 anni. A marzo 2025 la CO₂, il principale responsabile del riscaldamento, ha toccato 427 parti per milione, il valore più alto da almeno 2 milioni di anni”.

Questi  dati risultano allarmanti, in quanto denunciano il superamento di un limite da parte di un fenomeno in continua crescita. Se la CO₂ continuerà ad aumentare vi sarà un’ulteriore crescita in temperatura. Ciò avrà  effetti inevitabili, e talvolta imprevedibili, sul funzionamento dell'intero sistema Terra, che potrebbero costringere la nostra specie a un adattamento rapido e forzato alle nuove condizioni.

“Il riscaldamento globale è il principale responsabile di ondate di calore più frequenti e intense, della riduzione del ghiaccio marino artico, della copertura nevosa primaverile e del ritiro dei ghiacciai. Sta anche aumentando la frequenza di eventi estremi concatenati, come ondate di calore, siccità e venti persistenti che favoriscono incendi fuori controllo. Inoltre, è la causa principale dell’acidificazione e del riscaldamento degli oceani”, puntualizza la ricercatrice.

 

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Oltre a queste specifiche conseguenze, è lo squilibrio dell'intero sistema a doverci preoccupare, considerando che le nostre esistenze dipendono direttamente dalla sopravvivenza di tutte le altre specie.  Insomma, non basta salvare noi stessi;  per salvare noi stessi, dobbiamo salvare il mondo intero.

Tutto questo sta accadendo ora e secondo le previsioni sia le cause che gli effetti subiranno una crescita sempre più rapida. Un futuro sempre più vicino.

“Il cambiamento climatico sta già influenzando ogni regione abitata della Terra e il suo impatto crescerà con l’aumento della temperatura media. Ogni mezzo grado in più intensifica ondate di calore, precipitazioni estreme e siccità; le coste vedranno un aumento del livello del mare per tutto il secolo in corso, causando inondazioni ed erosione. È probabile che, entro il 2050, l’Artico rimanga completamente privo di ghiaccio almeno una volta, indipendentemente dagli scenari di emissioni”, continua Corti.

Questa situazione risulta emergenziale per l'intero Pianeta, in quanto va a modificare gli equilibri  fisici chimici e biologici di tutti i sistemi naturali,  ponendo diverse sfide all'umanità; una prospettiva resa ancora più impellente da affrontare alla luce del fatto che solo gli esseri umani possono  agire per limitare i danni.

“Le emissioni di gas serra di origine antropica sono il principale motore del riscaldamento globale. Sebbene la variabilità naturale possa mascherare o amplificare temporaneamente gli effetti climatici su scale regionali e a breve termine, la tendenza al riscaldamento rimane inconfutabile. Anche grandi eruzioni vulcaniche possono temporaneamente attenuare il riscaldamento, ma si tratta sempre di ondulazioni ed episodi temporanei che non inficiano la tendenza al riscaldamento dovuta all’attività umana”, conclude l’esperta.

Molti dei cambiamenti innescati dal cambiamento climatico sono processi lenti. In particolare, quelli che investono le regioni ghiacciate della Terra, tra cui il ritiro dei ghiacciai e il ghiaccio marino artico, continueranno per diversi decenni almeno. Tuttavia, una riduzione rapida e sostenuta delle emissioni potrebbe rallentare - o invertire - alcune tendenze, mitigando i danni futuri. Una possibilità a nostra disposizione che dovrebbe farci seriamente riflettere.