Composizione dell’atmosfera in aree hotspot

L’odierna ricerca sulle interazioni tra inquinamento dell’aria e cambiamento climatico si concentra su alcune regioni del globo considerate particolarmente vulnerabili al cambiamento globale, i cosiddetti “hotspot” (punti caldi). Essi comprendono sia aree inquinate con elevate concentrazioni di composti dannosi per la salute umana (PM, NOx, ozono) e di agenti climalteranti (ozono e “black carbon”) che aree remote soggette ad un’amplificazione del cambiamento climatico e modificazioni degli ecosistemi.

Come anche riconosciuto dai più recenti piani di azione del GAW (“Global Atmospheric Watch”), le grandi metropoli, così come le aree polari e d’alta quota, sono infatti le zone del pianeta considerate di maggiore criticità per le possibili interazioni tra inquinamento dell’aria e cambiamento climatico.

Tener conto delle peculiarità locali e regionali del paesaggio umano è un fattore imprescindibile per la valutazione di possibili “co-benefit” tra percorsi di decarbonizzazione, qualità dell’aria, protezione della salute e sicurezza alimentare. In questo contesto, la ricerca ISAC è fortemente impegnata in specifiche aree ‘hotspot’, come siti d’alta quota, ambienti polari, il bacino del Mediterraneo e le aree urbane, con osservazioni dedicate alla caratterizzazione fisico-chimica dell’atmosfera terrestre a varie scale spaziali e allo studio dei processi dinamici e radiativi.